La Santa Pasqua è la solennità più importante e significativa del cristianesimo nonché culmine del Triduo Pasquale, cuore di tutto l’anno liturgico. La Pasqua Cristiana celebra la risurrezione di Gesù che sancisce l’instaurazione della Nuova alleanza e l’avvento del Regno di Dio. 

Si tratta di una festività mobile, ossia di una celebrazione la cui data varia in base ai differenti cicli lunari. La data della Santa Pasqua cade, infatti, ogni anno la domenica successiva al primo plenilunio della stagione primaverile, determinando anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste. 

 

Il Battesimo di Gesù

 

Nel cristianesimo, il Battesimo di Gesù si riferisce al battesimo ricevuto da Gesù da parte di Giovanni Battista e narrato nei Vangeli sinottici (i tre Vangeli di Matteo, Marco e Luca).

Nel racconto dei Vangeli, Gesù si reca a Nazaret, in Galilea, sulle rive del Giordano, dove viene battezzato da Giovanni Battista. Uscendo dall’acqua, vede i cieli aprirsi e lo Spirito scendere su di lui sotto forma di colomba, mentre si ode una “voce dal cielo” che dice «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Così, Gesù dopo aver ricevuto il battesimo e pieno di Spirito Santo, si allontana dal Giordano e si ritira nel deserto per quaranta giorni in meditazione, prima di iniziare la sua vita pubblica in Galilea.

Nel Vangelo secondo Giovanni, invece, non si fa menzione del battesimo, ma solo della discesa dello Spirito Santo. Giovanni, infatti, racconta che colui il quale lo aveva mandato a battezzare gli aveva riferito che colui sul quale avrebbe visto scendere lo Spirito Santo, ossia Gesù, sarebbe stato battezzato non in acqua ma semplicemente nello Spirito.

Pasqua significato

 

La parola Pasqua deriva dal greco pascha che significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Tale solennità celebra infatti proprio il passaggio dalla morte alla nuova vita di Gesù Cristo. Un elemento, quello del passaggio, che viene ripreso anche dalla Pasqua ebraica, con cui la Pasqua cristiana ha molti legami.

Ben prima dell’avvento di Gesù infatti, il popolo di Israele festeggiava la Pasqua già da molti secoli per ricordare uno degli episodi più importanti raccontati nel Vecchio Testamento, ossia la liberazione degli schiavi in Egitto avvenuta grazie a Mosè. Attraverso la Pasqua, dunque anche gli ebrei celebravano un passaggio, più nello specifico quello dalla schiavitù alla liberazione. 

 

Pasqua cristiana

 

La Pasqua Cristiana è la festività più solenne del mondo cristiano poiché celebra la Resurrezione di Gesù Cristo, che ha sconfitto la morte e salvato l’umanità dal Peccato. La Santa Pasqua, però, a differenza del Natale, non ha una data fissa. Si tratta in verità di una festività mobile, ossia di una celebrazione la cui data varia in base ai differenti cicli lunari. La data della Santa Pasqua cade, infatti, ogni anno la domenica successiva al primo plenilunio della stagione primaverile, determinando anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste. 

 

Significato della Pasqua Cristiana

 

Dal punto di vista teologico, la Pasqua Cristiana rappresenta la vittoria sulla morte da parte di Gesù Cristo che, dopo essersi immolato per l’uomo, ne diventa il Redentore – ossia il Salvatore – liberandolo dal Peccato originale. Attraverso la resurrezione, dunque, Cristo mostra all’uomo quello che sarà il proprio destino, ossia il passaggio, il risveglio alla vera vita. La Pasqua assume quindi un doppio significato commemorativo ed escatologico, ricordando tutto il mistero di Cristo, che inizia dalla passione e culmina nell’evento salvifico della croce, ridestando l’attesa.

 

Pasqua Origini

 

Le origini della Pasqua sono da ricercarsi nella celebrazione della Pasqua ebraica, con cui la solennità della Santa Pasqua cristiana presenta forti legami, ma anche significative differenze. 

La parola ebraica pesach significa “passare oltre” e deriva dal racconto della decima piaga, nel quale il Signore comandò agli ebrei di arrostire la carne di un agnello e di prelevarne il sangue per marchiare le loro porte. Un’operazione che avrebbe consentito a Dio di distinguere le case degli egiziani da quelle del suo popolo favorito, risparmiandolo.

La storia narra che proprio quella stessa notte, Dio inviò un alito divino uccidendo tutti i figli primogeniti che dormivano nelle case non marchiate dal sangue. Ecco dunque perché la religione ebraica festeggia la Pasqua – pesach, il “passare oltre”, esattamente come fece Dio davanti alla porte sporche di sangue d’agnello – ed ecco perché il cibo tradizionale di questo giorno, che cade di sabato, a differenza del rito cristiano, è l’agnello.

Tutti questi elementi (il passaggio, l’immolazione, l’agnello, il sangue, la morte ecc…) verranno poi ripresi anche dalla tradizione cristiana, ma ovviamente con accezioni e simbologie diverse. 

Con l’avvento del cristianesimo, la celebrazione della Pasqua acquisisce dunque un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio di Gesù e chiamati a risorgere con Cristo. La Pasqua cristiana è quindi la chiave interpretativa della nuova alleanza, concentrando in sé il significato del mistero di Cristo  e collegandolo al Pesach dell’Esodo. 

 

Tradizioni Pasquali

 

Le tradizioni legate alla Pasqua sono tantissime: tra le usanze più diffuse in Italia ricordiamo senza dubbio lo scambio delle uova di cioccolato. Sin dall’antichità, infatti, l’uovo ha sempre rivestito dei tratti simbolici associati al concetto di vita e di rinascita. 

 

In origine, già ai tempi del Medioevo, si era soliti regalare uova colorate per celebrare la rinascita primaverile della natura. Successivamente, il Cristianesimo riprese questa tradizione che vedeva nell’uovo un simbolo di vita, rielaborandola nella nuova prospettiva del Cristo risorto. 

 

Restando sempre in tema di dolci pasquali, in Italia il dolce tipico resta senza dubbio la Colomba, un lievitato ricoperto di glassa e mandorle nonché simbolo che richiama la pace e la salvezza nel mondo cristiano. 

Un altro simbolo utilizzato durante il periodo pasquale è il fuoco. In particolare, a Coriano, in provincia di Rimini, vengono accesi dei falò la sera della vigilia, mentre nelle campagne Bolzano si porta il fuoco benedetto. A Firenze l’uso del fuoco sacro, invece, si è concretizzato nel rito dello Scoppio del Carro sul quale vengono posizionati tantissimi fuochi d’artificio. 

A Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) esiste poi un’altra usanza contadina molto diffusa:  il “Pont e Cul”, una difficile prova di abilità che ha luogo di solito dopo la messa domenicale. Il nome si riferisce alle estremità delle uova: la “ponta” è la sommità e “l’cull” è il fondo. L’obiettivo è rompere le estremità delle uova degli avversari servendosi di uova sode.  

Infine, tra le tradizioni più spirituali, a Brindisi vi è abitudine che durante la Settimana Santa i confratelli della chiesa del Carmine, incappucciati, scalzi portino avanti il sacro e antichissimo pellegrinaggio tra i luoghi di culto della città.

 

Veglia Pasquale

 

La Veglia Pasquale, ossia la messa che celebra la resurrezione di Gesù, si tiene tra il tramonto del Sabato Santo e prima dell’alba della Domenica di Pasqua. 

Si tratta della celebrazione più importante dell’Anno liturgico: proprio per questo viene chiamata la “Madre di tutte le Veglie”. 

Data la sua importanza a livello teologico, la Veglia Pasquale è la più ricca e la più lunga liturgia di tutto l’anno. Essa si articola infatti in quattro parti: 

 

  • Liturgia del Lucernario
  • Liturgia della Parola 
  • Liturgia Battesimale 
  • Liturgia Eucaristica

 

La Liturgia del Lucernario comporta la benedizione del fuoco nuovo, un rituale che viene celebrato per inneggiare a Cristo, vera Luce del mondo. Il rito prevede che fuori dalla chiesa venga allestito un grosso falò e acceso in presenza di tutta l’assemblea. Una volta compiuta la benedizione del fuoco, uno dei ministri si accingerà a portare il cero pasquale davanti al celebrante. Qui comincerà la processione che entrerà in chiesa, intonando per la prima volta “Lumen Christi” (la luce di Cristo), a cui il popolo risponderà “Deo Gratias” (rendiamo grazie a Dio). A questo punto, viene dunque riposto e incensato il cero pasquale e il libro, dal quale un diacono, o un cantore, intonerà l’Exultet o Annuncio Pasquale. Terminato l’annuncio, tutti spegneranno le candele, ed avrà inizio la liturgia della Parola, introdotta dal celebrante.

La Liturgia della Parola consta di sette letture e otto salmi dall’antico testamento, un’epistola di San Paolo Apostolo ed il vangelo scelto tra i tre sinottici allo scopo di ripercorrere la storia della redenzione dall’origine della vita in Dio. Dopo ogni lettura e ogni salmo vi è l’orazione del celebrante. Per motivi pastorali si può ridurre il numero di letture dell’antico testamento da sette a tre; la lettura dell’Esodo è sempre obbligatoria.

Durante la Liturgia Battesimale, tutti i fedeli accendono la candela che avevano con sè all’inizio della celebrazione. Dopo una breve introduzione si cantano le Litanie dei Santi. Quindi il celebrante, pronunciata la preghiera, prende il cero pasquale e lo immerge parzialmente nell’acqua del battistero, benedicendo l’acqua, poi passa ad aspergere tutto il popolo. 

La Liturgia Eucaristica chiude la celebrazione della Veglia Pasquale. Essa è articolata come in tutte le celebrazioni eucaristiche. Al termine della messa, il celebrante dà la benedizione, concludendo così una grande celebrazione che era cominciata il Giovedì santo con la messa in Cena Domini.

 

Veglia Pasquale letture

 

Le letture della Veglia Pasquale sono 7. Il percorso delle letture della Veglia attraversa tutto il cammino del Popolo di Dio fino alla Resurrezione di Gesù.  Quindi, incomincia con la storia della creazione dell’uomo per finire con il racconto della morte e resurrezione di Cristo. 

In ordine, tutte le letture della Veglia Pasquale: 

 

  • Prima Lettura – Dal Libro della Genesi (Gn 1,1-2,2)
  • Seconda Lettura – Dal Libro della Genesi (Gn 22,1-18)
  • Terza Lettura – dal Libro dell’Esodo (Es 14,15-15,1)
  • Quarta Lettura – dal Libro del profeta Isaia (Is 54,5-14)
  • Quinta Lettura – dal Libro del profeta Isaia (Is 55,1-11)
  • Sesta Lettura – dal Libro del profeta Baruc (Bar 3,9-15.32-4,4)
  • Settima Lettura – dal Libro del profeta Ezechiele (Ez 36,16-28)

 

Salmi Veglia Pasquale

 

I salmi della Veglia Pasquale sono otto, ognuno seguito dall’orazione del celebrante. In ordine, tutti i salmi della Veglia Pasquale: 

 

  • Salmo responsoriale. (Sal 103 oppure 32)
  • Salmo responsoriale. (Sal 15)
  • Cantico responsoriale. (Es 15,1-6.17-18)
  • Salmo responsoriale. (Sal 29)
  • Cantico responsoriale. (Is 12,2.4-6)
  • Salmo responsoriale (Sal 18)
  • Salmo responsoriale (Sal 41)
  • Salmo responsoriale (Sal 117) 

 

Veglia Pasquale canti

 

La Liturgia della Parola, oltre che dai salmi responsoriali e dalle letture, è anche contraddistinta da diversi canti che arricchiscono la gloriosa e solenne celebrazione della Veglia Pasquale. Dopo l’Orazione alla settima lettura anche le candele dell’altare vengono accese e il celebrante intona il Gloria, che viene cantato da tutti, con l’accompagnamento dell’organo e il suono delle campane. Segue poi l’Alleluja che irrompe dopo un silenzio di 40 giorni e che viene introdotto dopo il salmo 117. Seguono poi i canti di comunione ed il canto finale

 

Benedizione Pasquale

 

Tra i tanti riti della Santa Pasqua, c’è n’è uno particolarmente affascinante ed intimo che si celebra tra le mura della propria casa. Si tratta della benedizione pasquale che viene intonata davanti alla tavola imbastita del pranzo della Domenica di Pasqua che viene benedetta recitando una semplice preghiera. 

Benedire la tavola significa ricordare e celebrare il sacrificio e la vittoria sulla morte di Gesù e pertanto si tratta di un pasto in qualche modo sacro. Tradizionalmente è il capo famiglia o in generale chi ospita ad introdurre la preghiera quando tutti sono riuniti attorno al tavolo. 

 

Preghiera Benedizione Pasquale

 

GUIDA: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. 

 

TUTTI: Amen. GUIDA: Dal Vangelo di Luca (Lc 24, 30-31) 

 

Quando fu a tavolo con i discepoli di Emmaus, Gesù prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero. Breve pausa di silenzio. 

 

TUTTI: Padre nostro… 

 

GUIDA: Ti benediciamo, Dio Padre, Signore del cielo e della terra, perché nella Risurrezione di Gesù dai morti ci doni la speranza della vita nuova ed eterna. 

 

Benedici la nostra famiglia raccolta attorno alla mensa, rafforza i legami che ci uniscono e fa’ che possiamo diffondere la gioia del Signore risorto a tutte le persone che incontriamo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. 

 

TUTTI: Amen. Alleluia

 

Simboli di Pasqua

 

I simboli della Santa Pasqua sono tradizionalmente 7: 

 

  • Uova – simbolo di rinascita 
  • Ulivo – Oltre ad essere simbolo di pace, ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme quando a folla lo accolse festosamente.
  • Colomba – raffigura lo Spirito Santo. É inoltre anche un simbolo di pace
  • Agnello – simboleggia Gesù, che è stato sempre paragonato ad un mite agnello poichè ha dato la vita per noi. 
  • Campane –  rappresenta la festa, la gioia con cui i fedeli celebrano la Pasqua e la Resurrezione di Gesù.
  • Coniglio – Il coniglietto richiama l’immagine della lepre che sin dai primi tempi del Cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Inoltre, la lepre, con la caratteristica del suo manto che cambia colore secondo la stagione, venne indicata da sant’Ambrogio come simbolo della Risurrezione.
  • Cero – simboleggia la Resurrezione

 

Pasqua spiegata ai bambini

 

Per i bambini la Pasqua non è altro che un tripudio di uova di cioccolato, dolci e coniglietti. Eppure, sarebbe importante che anche i più piccoli comprendessero il vero significato di questa festività. Per spiegare ai bambini la Pasqua, bisogna partire dai suoi simboli poiché è proprio attraverso i simboli che possiamo trasmettere ai più piccoli il valore di questa festa. Per farlo, possiamo aiutarci con dei lavoretti, realizzando ad esempio delle uova colorate o dei festoni a forma di colomba e soffermandoci mentre lavoriamo sul significato della rinascita e dello Spirito Santo che fa rinascere Gesù. Ancora per rendere questo momento ancora più divertente e coinvolgente per i bambini, possiamo accompagnare i nostri racconti e le nostre spiegazioni con dei disegni. I bambini saranno più stimolati a restare attenti durante la spiegazione, se saremo bravi a trasformare tutto in un gioco.