Sarebbe un errore considerare l'umiltà una virtù di dettaglio, come se fosse un ornamento prezioso, ma non necessario. Eppure, nonostante l'umiltà sia una caratteristica fondamentale del Figlio di Dio, essa non gode la fama di altre virtù ritenute più eccellenti. In realtà è il terreno sul quale crescono tutte le altre, tanto da poter dire che una persona umile e una persona a misura di santità. Infatti, se è vero che la carità è la regina di tutte le virtù, è per la presenza dell'umiltà che essa "non si gonfia", rischiando di corrompere se stessa. Padre Livio in questa catechesi rileva la messa ai margini di questa virtù da un contesto sociale che esalta l'arroganza e l'arrivismo, ma mette in guardia anche dalla "falsa umiltà", quella di coloro che fanno finta di sminuirsi per fare carriera, per compiacere il potente di turno, per piegarsi servilmente agli interessi altrui e ottenere guadagni personali. Le riflessioni sul significato dell'umiltà si snodano in una narrazione che ha come scopo quello di portare l'ascoltatore nel santuario della propria interiorità, per conoscerne miseria e grandezza, per giungere a uno sguardo di verità su se stessi. L'uomo non è mai così grande come quando riconosce di essere un peccatore, guardando se stesso e gli altri con lo sguardo della compassione. Ma non è mai così in pericolo come quando si crede superiore ai suoi simili e si indurisce nell'incapacità di chiedere perdono. Solo la virtù dell'umiltà è la medicina che consente all'uomo di liberarsi dalla tirannia dell'io e di gustare la pace del cuore.

Il Giubileo straordinario sotto il segno della Divina Misericordia, indetto da Papa Francesco, è un dono inestimabile di grazia per la Chiesa e per l’umanità intera, in un momento di grande incertezza e di incombenti pericoli. La scoperta del volto misericordioso di Dio, che si manifesta nella persona di Gesù Cristo, è il tema fondamentale di questo pontificato, ma nel medesimo tempo è il cuore stesso dell’annuncio cristiano, secondo le parole dell’apostolo Paolo: «Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia » (Rm 5,20). Nell'anno della misericordia il Papa chiama la Chiesa alla comprensione dell’essenza della fede, al coraggio della testimonianza, alla speranza di una nuova primavera. Nel medesimo tempo invita ogni cristiano a sperimentare nella propria vita l’amore misericordioso di Dio, che si dona nei sacramenti, in particolare in quello della penitenza. Se la grazia del Giubileo straordinario verrà accolta e fatta fruttificare, la Chiesa sarà più credibile e il mondo sarà più ospitale. Gli uomini guarderanno al futuro con gli occhi della speranza (dalla Presentazione di padre Livio).

Nel titolo c’è la consapevolezza che i tempi stanno maturando e che si sta avviando a compimento quanto la Regina della Pace aveva preannunciato sin dalle sue prime apparizioni ai sei veggenti, configurando questa sua presenza fra noi come l’ultimo appello. Mai la Madonna aveva parlato in termini così definitivi come a Medjugorje, dove già nel 1981 disse di essere venuta a chiamare per l’ultima volta l’umanità alla conversione, affermando nel frattempo che sarebbero state le sue ultime apparizioni sulla terra.

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