Trasmissione dedicata alle preghiere, a cura di Radio Maria. Il nostro tempo, in particolare nei Paesi di antica cristianità, sta sperimentando una crisi di fede come mai era avvenuto nella storia bimillenaria della Chiesa. Le cause sono molteplici, ma una è facilmente identificabile da tutti: si perde la fede perché si smette di pregare. La preghiera è come l’acqua che tiene in vita il fiore. Se ogni giorno ne viene data qualche goccia, il fiore cresce e manifesta tutta la sua bellezza. Diversamente appassisce e muore. Perché la fede riprenda a fiorire è necessario che i cuori, prima ancora delle labbra, ricomincino a pregare. La preghiera cristiana rispecchia la pienezza della fede e nel medesimo tempo la alimenta. Come la fede è un dono di grazia, così è la preghiera cristiana. Quanti cristiani si rendono conto che la loro preghiera è quella del cielo che è stata data in dono all’umanità pellegrina? Pregare è qualcosa di bello, di profondo, di connaturale all’uomo e perfino qualcosa che viene spontaneo. La preghiera è il respiro dell’anima.

La croce rinnegata. L’apostasia dell’Occidente: sempre più - nel nostro Paese e nell'Occidente globalizzato - la fede cristiana sembra persa o addirittura rinnegata. Un'irresistibile ascesa della secolarizzazione a seguito del progresso scientifico e tecnologico? O il sorgere di un mondo nuovo senza Dio, in cui l'uomo sceglie di idolatrare surrogati - il denaro, il potere, il piacere - e, in ultimo, anche se stesso? Padre Livio in questa sua catechesi affronta il tema delle apostasie, che è l'abbandono formale e volontario della propria religione. Molti lasciano le pratiche e la morale tradizionale in un processo lento, ma inesorabile, che pare non avere fine e che allontana l'umanità dalla luce di Cristo.

Al tema della fede, padre Livio ha dedicato una serie di catechesi radiofoniche settimanali rivolte ai giovani. Non ha enumerato e spiegato le singole verità che la Chiesa ci consegna nel Credo, ma ciò che viene prima: come e perché nasce la fede, come e perché la fede scompare o addirittura non nasce. Con un linguaggio chiaro e appassionato, padre Livio parla ai ragazzi, manifestando la sollecitudine educativa che caratterizza tutto il suo ministero sacerdotale, animato dalla convinzione incrollabile che abbracciare la fede significa avviarsi a vivere una vita che è, già dal primo istante del nostro esistere, vita eterna: cioè vita che corre ininterrottamente verso la pienezza cui Dio ci ha chiamato. Bene si colloca questo libro nel periodo che ha visto i giovani esprimere da protagonisti nel loro Sinodo («I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», Roma 3-28 ottobre 2018) la propria identità, i propri problemi e progetti.

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