Tu scendi dalle stelle o Canzoncina a Gesù Bambino, è uno dei più famosi canti natalizi italiani, nonché uno dei brani maggiormente proposti per la liturgia del Tempo di Natale. Scritto nel 1754 dal vescovo e santo Alfonso Maria de’ Liguori, tu scendi dalle stelle è un canto derivato dall’originale versione napoletana intitolata Quanno Nascette Ninno ed è composto nello specifico da sette strofe di sei versi ciascuna. 

Ad oggi, esistono numerose versioni della canzone Tu scendi dalle stelle. Nel corso degli anni, infatti, il canto è stato citato ed interpretato magistralmente da numerosi artististi appartenenti al mondo della musica, del cinema e del teatro. Indimenticabile la versione di Eduardo de Filippo che riarrangia il testo nella sua celebre opera tragicomica del 1931 “Natale in casa Cupiello”, inscenando una comica versione della processione dei Re Magi. 

 

Tu scendi dalle stelle testo

 

Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,

e vieni in una grotta al freddo e al gelo,

e vieni in una grotta al freddo e al gelo.

O Bambino mio divino,

io ti vedo qui tremar;

o Dio beato!

Ahi quanto ti costò l’avermi amato!

ahi quanto ti costò l’avermi amato!

 

A te, che sei del mondo il Creatore,

mancano panni e foco, o mio Signore,

mancano panni e foco, o mio Signore.

Caro eletto pargoletto,

quanto questa povertà

più m’innamora,

giacché ti fece amor povero ancora,

giacché ti fece amor povero ancora.

 

Tu lasci il bel gioir del divin seno,

per venire a penar su questo fieno,

per venire a penar su questo fieno.

Dolce amore del mio core,

dove amor ti trasportò?

O Gesù mio,

perché tanto patir? Per amor mio!

perché tanto patir? Per amor mio!

 

Ma se fu tuo voler il tuo patire,

perché vuoi pianger poi, perché vagire?

perché vuoi pianger poi, perché vagire?

Sposo mio, amato Dio,

mio Gesù, t’intendo sì!

Ah, mio Signore,

tu piangi non per duol, ma per amore,

tu piangi non per duol, ma per amore.

 

Tu piangi per vederti da me ingrato

dopo sì grande amor, sì poco amato,

dopo sì grande amor, sì poco amato!

O diletto del mio petto,

se già un tempo fu così,

or te sol bramo:

caro non pianger più, ch’io t’amo e t’amo,

caro non pianger più, ch’io t’amo e t’amo.

 

Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core

non dorme, no ma veglia a tutte l’ore,

non dorme, no ma veglia a tutte l’ore.

Deh, mio bello e puro Agnello,

a che pensi? dimmi tu.

O amore immenso,

“Un dì morir per te” – rispondi – “io penso”,

“Un dì morir per te” – rispondi – “io penso”.

 

Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio

ed altro, fuor di te, amar poss’io?

ed altro, fuor di te, amar poss’io?

O Maria, speranza mia,

s’io poc’amo il tuo Gesù,

non ti sdegnare

amalo tu per me, s’io nol so amare!

amalo tu per me, s’io nol so amare!

 

Tu scendi dalle stelle testo PDF

 

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