P. Livio con Joseph Nassar per le Radio Maria in Medio Oriente

Radio Maria Medio oriente

Padre Livio: Cari amici di Radio Maria, siamo giunti all’appuntamento per la Mariatona con il grande continente asiatico che, come sapete, ha metà della popolazione mondiale, però soltanto il 3% sono cristiani. Tuttavia, c’è una presenza capillare nel continente asiatico di comunità cristiane e laddove ci sono comunità cristiane, quasi ovunque, c’è anche la presenza di Radio Maria. Come sappiamo andiamo verso un tempo in cui anche i seguaci di altre religioni, come abbiamo sentito da tante profezie, e di altre comunità cristiane, entreranno nella Chiesa cattolica quando arriverà il tempo della pace. Quindi è un continente per il quale abbiamo grandi speranze e avremo molto da lavorare per accompagnare le persone alla fede cattolica. Abbiamo ai microfoni il nostro responsabile del continente asiatico che è Joseph Nassar, lo salutiamo e gli chiediamo prima di tutto una visione d’insieme, se ci sono state delle variazioni rispetto all’ultima volta.

 

Joseph Nassar: Le novità che possiamo annunciare sono due: una che riguarda gli italiani stessi e l’altra il Libano, che nei prossimi giorni inizierà anche le trasmissioni, finalmente dopo due anni di duro lavoro preparativo. Mentre annunciamo anche ai nostri carissimi ascoltatori italiani che in questi giorni, proprio una cosa imminentissima, si sentirà il segnale di Radio Maria Italia a Melbourne e a Sidney su DAB. Si ripete proprio il segnale di Radio Maria Italia inizialmente, poi tra due o tre settimane (dipende dalla risposta positiva o meno del sacerdote) inizieremo il programma locale degli italiani a Radio Maria Italia, in Australia. Queste sono bellissime notizie. Non possiamo aspettare la prossima volta che ci incontreremo per dirle, perché le cose sono imminenti.

 

Padre Livio: In pratica avverrà per gli italiani in Australia quello che avviene per gli italiani negli Stati Uniti. In alcune parti degli Stati uniti come New York e Boston si può sentire Radio Maria Italia. Solo che lì in America c’è lo spostamento di sei ore per adeguarsi agli orari. Invece in Australia andrà in onda agli orari di Radio Maria italiana?

 

Joseph Nassar: Esattamente, infatti faremo una regia italiana a Sidney, probabilmente, non a Melbourne dove c’è la regia australiana di Radio Maria. Per adeguare i tempi perché non abbiamo ancora il dono di anticipare le tue trasmissioni e quelle degli altri di otto-dieci ore ma faremo un programma tutto locale con il 90% dei programmi italiani. Ritrasmetteremo il giorno dopo tutti i programmi di Radio Maria Italia rispettando gli orari, ma inserendo anche tutte le preghiere locali delle comunità italiane e le Messe locali. Quindi avrà diciamo una regia tutta sua, però con il 90% dei programmi italiani di Radio Maria Italia.

 

Padre Livio: Questo però ovviamente è una cosa diversa da una Radio Maria in inglese in Australia.

 

Joseph Nassar: Sì, sono due enti separate perché ognuna ha la sua regia, sono sempre Radio Maria come famiglia e anche associazione. Al momento c’è una sola associazione che però che fa due programmi. È come una sola associazione a Roma, per esempio, che fa due programmi: arabo, Radio Mariam, e Radio Maria mandarino.

 

Padre Livio: Adesso devi parlarci un po’ del Libano anche, l’altra novità.

 

Joseph Nassar: Stanno ultimando gli ultimi ritocchi tecnici della regia nel collegamento col satellite e con le frequenze per iniziare, però un inizio vero delle trasmissioni possiamo prevederlo per il 18 di maggio, quando ci sarà un primo collegamento live nell’ambito della Mariatona che organizzerà Radio Mariam a Roma che comunque si sente su una frequenza in Libano. Radio Mariam a Roma adesso è presente in Libano su una frequenza fm molto importante e Radio Maria Libano si introdurrà, attraverso Radio Mariam, su questa frequenza e piano piano farà programmi che occuperanno le ventiquattro ore, col tempo. Abbiamo adesso il coordinatore, abbiamo l’assistente editoriale, speriamo che altre persone arrivino appena iniziamo le trasmissioni. Cerchiamo di iniziare con un profilo basso, andiamo piano piano per crescere senza fuochi d’artificio, ma come lavora il Vangelo come lavora ogni seme degli alberi, piccolo muore, ma poi dopo cresce e diventa un grande albero.

 

Padre Livio: Quindi, Joseph, andando sul concreto, in Libano abbiamo una sede, abbiamo la regia, abbiamo un’associazione, abbiamo anche dei volontari e abbiamo anche una frequenza. Noi cominciamo col trasmettere i programmi di Radio Mariam che è la radio in lingua araba, la cui sede a Roma e che è collegata con vari centri del Medio Oriente. In Libano, per il momento, si trasmette Radio Mariam e poi si inseriranno man mano dei programmi specifici proprio del gruppo editoriale libanese.

 

Joseph Nassar: Esattamente. La frequenza in Libano è stata presa in previsione di Radio Maria Libano, ora per occuparla abbiamo messo il programma di Radio Marian che arriva in tutto il Medio Oriente e che trasmette già tante Messe. Tanti conduttori sono libanesi che trasmettono. La collaborazione tra Radio Maria Libano e Radio Mariam araba sarà fortissima perché si parla la stessa lingua e si condividono tanti programmi. Al momento, come hai detto, abbiamo la sede, l’abbiamo installata, abbiamo mandato tutto il materiale tecnico da qui che è già funzionante, l’associazione è stata riconosciuta a tutti gli effetti e proprio ieri abbiamo ottenuto il codice fiscale importante per assumere legalmente le persone e piano piano, un passo dopo l’altro, realizziamo il progetto Radio Maria locale con i volontari, ma anche con questi due impiegati che cresceranno per diventare una piccola équipe come tutte le Radio Maria del mondo. Possiamo dire che inizieremo molto presto una nuova Radio Maria nel Medio Oriente.

 

Padre Livio: Certamente arriverà, come anche Radio Maria a Erbil in Iraq è diventata una radio autonoma, ma comunque in collaborazione con Radio Mariam. Mi pare che pian piano Radio Mariam è comunque diventata una realtà consistente ormai in Medio Oriente.

 

Joseph Nassar: Certamente, anche perché all’inizio Radio Mariam è stata concepita come la Radio Maria del Medio Oriente e grazie agli studi mobili che abbiamo mandato, a dei volontari in tutti i Paesi, incluso L’Iraq come hai detto, la Siria e la Giordania, l’Egitto. L’Iraq è stato il primo a sviluppare questo studio mobile, a chiedere a noi di fare una Radio Maria proprio vera e propria indipendente nel senso amministrativo, tecnico, eccetera. Ma rimane una nuova radio nella famiglia “pan-araba”, ovvero di lingua araba, però locale come ad esempio, in America Latina tutti parlano lo spagnolo ma ogni nazione ha la sua radio e ha il suo dialetto, naturalmente. Così anche nel mondo arabo. Stiamo lavorando su altri Paesi sempre più difficili per la presenza musulmana, per le contrarietà, per le leggi difficili. E in altri paesi arabi. Il Libano, essendo la culla dei cristiani nel Medio Oriente, è un paese libero, più di tutti gli altri, è stato facile per noi da questo punto di vista; difficile per tante altre cose non solo economiche e politiche, ma anche di immigrazione, di tutti i tipi. È un Paese che, pur riuscendo a fare questa radio, rimane sempre la difficoltà enorme non solo di gestirla, ma anche di procedere in avanti, per far sviluppare questa radio nel modo giusto e farla fiorire.

 

Padre Livio: Noi abbiamo seguito fin dall’inizio questa possibilità di una Radio Maria in Libano pensavamo che fosse quasi impossibile, in realtà siamo ormai arrivati al momento che questa Radio c’è. Mi pare che sia una conquista insomma. Poi, la Madonna in tutte le cose ci chiede la pazienza. Io vedo che in tanti Paesi del mondo, come ad esempio il Brasile, per arrivare ad avere una Radio decente abbiamo aspetto venticinque anni; abbiamo aspettato quasi vent’anni in Nigeria. Alla fin fine io sono convinto che anche il Libano avrà una bella Radio Maria, questo è il primo passo. Però volevo chiederti un’altra cosa, perché so che tu ti sei interessato anche ad ampliare ulteriormente la presenza di Radio Mariam in altre località del Medio Oriente, come per esempio laddove ci sono tanti immigrati cattolici negli Emirati, o altri. C’è qualche possibilità di qualche studio mobile?

 

Joseph Nassar: Premetto che in questi Paesi già trasmettiamo dal Kuwait, Qatar, da Dubai Messe saltuariamente senza l’ausilio di studi mobili veri e propri che noi mandiamo, ma trasmettiamo attraverso internet, facebook o le realtà che la tecnica ci permette adesso di fare, più o meno professionali. Però fanno il loro lavoro. Mandare studi mobili, perché no? Stiamo lavorando un po’ su alcuni, però a volte si apre una porta, se ne chiude un’altra e poi si ritorna all’inizio. In questi Paesi ci sono tanti parroci cristiani cattolici che ci aprono le porte e così ci permettono di trasmettere ogni tanto le Messe, in attesa di un di un’équipe di volontari veri e propri che per lo più sono immigrati gli arabi, che sono lì particolarmente dal Libano o dalla Siria, che vanno lì e sono, non dico di passaggio, ma passano un anno o due e poi tornano a casa. Bisogna trovare le persone giuste per iniziare uno studio mobile. Lo stesso anche in Europa, dove Radio Mariam comunque trasmette tante Messe attraverso studi mobili. Ne abbiamo adesso uno in Svezia, uno in Germania e cerchiamo di allargare in altre realtà europee dove ci sono le comunità arabe che purtroppo dopo l’evoluzione della immigrazione forzata ultimamente a causa della guerra, sono aumentati tantissimo, sono diventati non centinaia di migliaia, ma in totale milioni e più. Quindi pensiamo anche a loro perché sono comunità che sono legate al Medio Oriente, parlano ancora arabo che è la lingua del paese di origine e anche loro hanno diritto a pregare la loro Liturgia, a pregare nella loro lingua. Radio Mariam a Roma non li non li dimentica. Lavoriamo anche per loro.

 

Padre Livio: Sono arrivate delle fotografie nei giorni scorsi di cinque giovani inviati da Radio Mariam presso le comunità arabe cristiane in Svezia. Mi ha molto impressionato questa cosa.

 

Joseph Nassar: Fra pochi giorni andremo a visitarli per la prima volta. C’è un prete arabo che è molto contento, ha formato questo gruppo di giovani veramente qualificati, ingegneri, ma che dedicano molto tempo ogni settimana per Radio Mariam; è un bel gruppo, lavora e ha del futuro per quanto riguarda le trasmissioni di Radio Mariam nelle comunità in Svezia. Andremo ancora a sviluppare questo perché arriveremo non solo da loro, ma anche nelle altre comunità. Un passo alla volta, ma sicuramente non facciamo diciamo passi più lunghi della gamba perché non solo le risorse economiche ce lo impediscono, ma anche abbiamo bisogno di risorse umane dedicate, volontari che perseverano. Le risorse umane per noi sono molto importanti.

 

Padre Livio: Vorrei chiudere questo capitolo di Radio Mariam perché comunque volevo che tu confermassi la mia impressione che è una radio molto viva che si sta allargando anche oltre il Medio Oriente e questa è una cosa molto bella, è una cosa che mi conforta molto. Così come, con l’aiuto indispensabile della Madonna, siamo riusciti a fare una Radio Maria in lingua araba per i cristiani arabi e non solo, così come siamo riusciti a fare una Radio Maria in lingua cantonese per più di cento milioni di persone cinesi e poi una Radio Maria web in lingua mandarina che trasmette in tutto il mondo per novecento milioni di persone che parlano in mandarino, in pratica in India abbiamo una radio a Kerala che parla la lingua di quella zona ma non abbiamo però una radio in indie, sia pure piccola webradio che comunque riesca a essere sentita in tutta l’India. C’è qualche possibilità?

 

Joseph Nassar: A dire il vero dei contatti con dei vescovi, con persone dell’India del nord ci sono stati. A Nuova Delhi eravamo in contatto con un vescovo. Però io progetto deve essere ancora sviluppato meglio. Perché? Perché non ha preso delle misure pratiche. Io prima della fine del mese andrò ad Andhra Pradesh, dove il vescovo da anni ci dice di portare Radio Maria. Siamo andati quattro volte, siamo d’accordo su tutto. Sono sempre nel centro sud del Paese. Andare più a nord è previsto, voluto, ma non possiamo dire che ci sono cose concrete al momento. Lo faremo. È una cosa importantissima perché l’hindi è la lingua più parlata dell’India, anche se hanno più di quaranta lingue ufficiali. Un’altra notizia ancora è che lavoriamo sul punjabi, che dalla parte del Pakistan potrà essere capito e sentito in una grande parte dell’India settentrionale. Anche questo è un progetto che noi prevediamo per il futuro. Diciamo che vediamo che lo Spirito Santo più o meno soffierà lì perché Gesù ha detto che quando vediamo che si sta annuvolando dobbiamo prevedere un po’ di pioggia, dobbiamo allora essere più scaltri anche per quanto riguarda le cose spirituali. Quindi crediamo che nel progetto della Madonna questa parte fiorirà l’anno prossimo e preghiamo per questo, ma al momento è ancora un po’ prematuro dire che si stia realizzando.

 

Padre Livio: È importante coltivare delle conoscenze ecclesiali sul posto, perché è sempre da lì che viene poi la chiamata e la possibilità di iniziare. Insomma, bisogna comunque lavorare. L’india è importante quanto la Cina, a mio parere e quindi ha un’importanza fondamentale anche sotto il profilo politico nel mondo. È un Paese che ha una civiltà religiosa straordinaria; è un po’ chiuso alla fede, più chiuso dalla Cina, ma noi dobbiamo guardare dove ci sono i figli di Dio, sono ormai il popolo più numeroso del mondo. Potresti ora dirci qualcosa su Radio Maria in Indonesia?

 

Joseph Nassar: L’Indonesia è un popolo di più di duecento milioni di persone. Tutti quanti parlano la stessa lingua che è una cosa bella. Non dimentichiamo che è l’arcipelago più lungo del mondo, per attraversarlo ci vogliono sei ore di aereo. È grandissimo. Duecento milioni di persone parlano questa lingua e non è poco. Le lingue più parlate rimangono sempre il mandarino, lo spagnolo, l’inglese, ma anche l’hindi (parlato da trecentocinquanta milioni di persone). L’arabo è una delle maggiori lingue parlate al mondo perché si parla in tutto il mondo arabo, dal Medio Oriente fino a tutto il nord Africa e in alcuni da alcuni Paesi limitrofi che sono più o meno vicini. Questo fa anche dell’arabo una lingua molto parlata. Lo dico perché Radio Maria sta piano piano arrivando a coprire le maggior lingue del mondo: il francese, l’inglese, lo spagnolo, il cinese mandarino, il cantonese. Rimangono queste due lingue: l’hindi e il bengalese. Speriamo di coprirli, di arrivare anche lì, come sempre dipende dal progetto della Madonna. In Indonesia, in particolare, siamo nell’isola di Sumatra, a nord e negli anni abbiamo cercato di andare nelle altre isole Kalimantan, e anche coprire non solo Sumatra, ma arrivare fino all’isola di Timor, dove c’ è anche Timor Est. Non dimentichiamo che Timor Est è la più alta percentuale di cristiani al mondo: 98% sono cristiani quasi tutti cattolici, quindi anche lì c’è tanta speranza. Non mancano le difficoltà.

 

Padre Livio: Lì abbiamo una radio che comunque mi pare che vada bene.

 

Joseph Nassar: Grazie a Dio. Radio Maria in Indonesia trasmette dal 2008. Il presidente e il direttore sono persone molto motivate. Adesso stiamo cercando una nuova sede perché per motivi tecnici e collegamenti dobbiamo trovare questa nuova sede e speriamo di continuare. Siamo stati molto utili, in particolare nel momento del Covid, quando molti vescovi hanno usato Radio Maria per arrivare dove i fedeli non potevano andare. Che Radio Maria sia stata riconosciuta e messa al giusto posto come si deve è una bella cosa, perché è uno strumento straordinario in mano alla Chiesa.

 

Padre Livio: Tu sai quante persone nel mondo parlano arabo?

 

Joseph Nassar: Forse un miliardo di persone. Alcuni dicono molto meno, circa cinquecentomila milioni. Non dipende solo dai Paesi che hanno come lingua ufficiale l’arabo. In Indonesia, ad esempio, hanno molta influenza araba, eppure parlano il bahasa. In Egitto duecento milioni di persone parlano arabo e ci sono venti milioni di cristiani, di cui mezzo milioni di cattolici. Andando a sommare tutti si arriva a cinquecento/seicento milioni di persone che parlano arabo.

 

Padre Livio: Stiamo parlando di un continente che è il continente del futuro, dove noi stiamo comunque piantando dei semi che man mano crescono. Se guardo la situazione vedo che sono dieci le Radio Maria in Asia e in Oceania e praticamente solo le Filippine sono autonome dal punto di vista economico. Tutte le altre Radio Maria hanno bisogno di aiuti o mi sbaglio?

 

Joseph Nassar: No, è vero, Padre Livio, purtroppo è una verità da dire e da non nascondere a nessuno perché vivono in condizioni molto difficili. Radio Maria Filippine ha vent’anni di storia, è autosufficiente per quanto riguarda anche il sostentamento, sono bravi, li aiutiamo raramente, ma solo per nuovi trasmettitori o quando succede una calamità naturale, cosa molto frequente in Asia. Terremoti, alluvioni e altre catastrofi naturali sono molto più frequenti dell’Europa. Anche l’India è diventata autosufficiente, certo non aiuta ancora gli altri ancora, ma sta camminando con le sue gambe. L’Indonesia idem: non ha bisogno di aiuti da otto/nove anni. Adesso hanno bisogno di aiuto per cercare la nuova sede e per mettere due tralicci nuovi. Li aiutiamo in questi casi ma per le spese ordinarie no. Anche Radio Maria Papua cerchiamo di scuotere la sedia sotto piedi per farli camminare di più da soli. Loro sono bravi e adesso dopo sedici/diciassette anni sono maturi abbastanza non solo per aiutare il loro sviluppo, ma anche per aiutare gli altri. È difficile perché è un Paese molto difficile. L’anno scorso si sono trasferiti nella nuova sede e le difficoltà non mancano a livello economico. Speriamo. Radio Maria Macao è indipendente da molti anni, noi la aiutiamo solo poco per quanto riguarda le cose straordinarie, ma per le trasmissioni ordinarie, per la vita ordinaria sono già autosufficienti da un po’ di tempo.

 

Padre Livio: Sono buone notizie. Sono già incominciate alcune trasmissioni di Messe dalla Cina alla sede di Radio Maria in lingua mandarina che è a Roma. È già incominciato qualcosa dalla Cina?

 

Joseph Nassar: Abbiamo un impiegato in Cina, un aiuto esterno, un consulente che già ci manda dei programmi. Alcuni cinesi ci mandano dei programmi, contribuiscono. Ancora però non siamo riusciti a trasmettere una Messa. È realizzabile al momento perché non abbiamo cercato di fare troppi passi in avanti per paura di essere tagliati fuori. E questo è già successo ad alcuni. Noi abbiamo Dio, non abbiamo paura di niente e il progetto di Maria si realizzerà. Però non è neanche la prudenza, perché è abbiamo anche il coraggio che la copre e la vince quando è debole, ma anche quando non ragiona bene. Dobbiamo fare ancora dei passi più avanti nella Cina per poter trasmettere delle Messe, aspettiamo il momento giusto. Non abbiamo fatto ancora questo salto verso la Cina interna.

 

Padre Livio: Rimangono le Filippine di cui parlare. Radio Maria Filippine è reale, è antica e cerca di espandersi sia pure oltre i limiti che consente allo Stato finora.

 

Joseph Nassar: Assolutamente. La nostra visione è di copertura nazionale. Vogliamo coprire Metro Manila con i suoi venti/ventitré milioni di persone. Vogliamo anche andare in altre isole delle Filippine. I nostri ascoltatori maggiori sul web sono all’ estero. Ci sono tanti filippini che sono in America, in Italia ci sono alcune comunità filippine che sentono Radio Maria e quando viene il direttore lo accolgono a braccia aperte. Per non parlare dei Paesi arabi, dove ci sono tanti filippini che lavorano. In Papua c’è una bella comunità filippina che sa di Radio Maria e la ascolta. C’era una radio che era copriva veramente mezza Asia, se vogliamo dire non così tanto, trasmetteva in tantissime lingue dalle Filippine in e ora si è indebolita da dieci anni. Piano piano si vede che la Madonna ha voluto che Radio Maria non dico prendesse il suo posto, ma per assecondarla e per diventare anche lei una radio che fosse un aiuto per tutti i cristiani in Asia. Quindi piano piano Radio Maria si sta diffondendo. Radio Maria Filippine era la prima della classe e continua ad esserlo.

 

Padre Livio: Ma lì trasmettono in inglese?

 

Joseph Nassar: No, in inglese qualche cosa. Trasmettono in tagalog, che è la lingua di metà delle Filippine. Solo in una parte di alcune isole si parla un altro dialetto. Il tagalog è la lingua ufficiale che si capisce in tutte le Filippine. L’inglese è usato, però poco. Perché parlare in inglese quando si può parlare la lingua locale?

 

Padre Livio: Abbiamo fatto un panorama molto completo. Joseph, se tu vuoi dire ancora qualcosa a completamento, che non ti ho domandato io, che mi è sfuggito…

 

Joseph Nassar: Padre Livio, non ci si stanca mai di parlare dell’Asia anche perché è il futuro della Chiesa, quando anche l’Africa lo è. Quindi sono due continenti dove si rivolge la nostra speranza per i fedeli cristiani, per le vocazioni. Però bisogna capire che abbiamo tutte le difficoltà. Abbiamo parlato di ricchezza, di religioni, di spiritualità in India: è una spada a doppio taglio perché potrebbe essere questa stessa ricchezza che esprime una sete del vero Dio, ma anche una persecuzione. Ho preso ad esempio l’India, ma per dire di tutta l’Asia. Ci sono altre religioni, altre realtà che fanno sì che Radio Maria abbia maggior difficoltà, meno libertà di muovere più o meno apparenti, più o meno nascosti. Quindi, cari ascoltatori, noi dobbiamo pregare tanto per l’Asia perché è un mistero tuttora, cioè scopriamo sempre delle realtà nuove, della gente che ha bisogno. Ripeto, c’ è tanta povertà. Ni conosciamo bene è l’Africa e ne conosciamo le culture. Però l’Asia è meno rivelata, meno conosciuta. Vi assicuro che c’è tanto bisogno di fede, di evangelizzazione. É per questo che dobbiamo vederla come un terreno da evangelizzare, per cui pregare, dove rivolgere il cuore e la speranza verso questo.

 

Padre Livio: Grazie, carissimo Joseph. Hai chiuso con una riflessione molto evangelica, nel senso della corresponsabilità che abbiamo tutti noi nell’opera di evangelizzazione, perché a quei fratelli va portato Colui che è la Via, la Verità e la Vita, senza il quale ovviamente la vita è nelle tenebre ed è senza speranza. Quindi è un dono quello di Cristo che dobbiamo fare all’Asia. Ti ringrazio moltissimo. Vorrei che tu facessi un saluto agli ascoltatori.

 

Joseph Nassar: Vivendo in Italia, anch’io sono un ascoltatore di Radio Maria come tutti gli altri e sono molto contento di condividere con voi fratelli le mie speranze, le mie gioie, ma anche l’attesa di una condivisione su tutti i livelli. Non dimenticate che tanti Paesi guardano all’Italia come i loro fratelli cristiani maggiori, da cui possono anche prendere esempio e ispirarsi. Rimaniamo sempre con questa fede che siamo coscienti che già’ col nostro essere, con la nostra testimonianza, con la nostra preghiera, aiutiamo e siamo di esempio anche senza saperlo. Carissimi, andiamo avanti.

 

Padre Livio: Grazie caro Joseph, ti ringrazio molto. Hai fatto bella esposizione. Tu sei sul fronte dell’Asia da tanti anni, insomma, ne hai macinati di chilometri, però comunque i risultati ci sono e devi essere anche fiero di questi risultati. Cari ascoltatori, come avete visto la messa è molta, gli operai sono pochi e anche quegli operai mancano di risorse perché vedete quante Radio Maria dobbiamo aiutare anche in Asia. Non è che dobbiamo fare l’elemosina alla Madonna, dobbiamo rispondere alla chiamata, Lei ci chiama a essere evangelizzatori con Lei e ci chiama a partecipare del suo piano, ci chiama a essere partecipi della sua missione. Sentiamoci corresponsabili. Facciamo fino in fondo la nostra parte nella diffusione del regno di Dio, questo è per il bene del mondo e state tranquilli che su questa strada poi la Madonna ci benedirà, e ci darà anche il centuplo di quello che noi avremmo dato a Lei con questo.