L’ANGOLO DEL DIRETTORE

l'angolo del direttore P. Livio

Lunedì, 20 Giugno 2022

Non consumare il tempo della via come un vagare inutile

Caro amico,  ti parlo di un fine ultimo, cioè di un obbiettivo che sia oltre l’oscurità del bosco, oltre l’oceano cangiante dell’effimero, oltre la falsa luce che, tramontando,  si dilegua nella tenebra della notte.

Questo è un punto nevralgico del modo con cui affrontare il viaggio della vita.

Si tratta di mettere a fuoco una meta che ti porti fuori dalla selva oscura,  che realizzi i tuoi desideri più autentici,

che ti faccia pregustare una felicità che non inganna, che ti apra spiragli di una luce che non tramonta.

Che ti serve viaggiare se poi affondi in una palude maleodorante e, al termine di tanto ansimare, ti  trovi stanco e consumato dal tempo,

ancora prigioniero di una labirinto senza uscita?

Oggi, più di ieri e dei secoli passati, gli uomini affrontano la traversata della vita senza prima scoprire quale sia il golfo di luce al quale attraccare la propria barchetta.

I più si mettono in viaggio senza sapere dove vanno. Si prefissano delle mete che sono tali sono in apparenza.

Il loro navigare è un “Odissea” che li porta da un isola all’altra, più o meno piacevole o minacciosa.

Pochi, come Ulisse, perseguono una meta che il cuore desidera, una meta dalla quale sono partiti e alla quale vogliono ritornare.

Vostro Padre Livio