L’ANGOLO DEL DIRETTORE

Mercoledì, 2 Dicembre 20

Gesù è un Maestro buono, che attira con la sua bontà

Caro amico, per quanto Gesù apparisse una persona autorevole, piena di sapienza, tanto che non solo il popolo che lo seguiva, ma anche i suoi avversari lo chiamavano “Rabbi”, tuttavia non teneva in soggezione e tanto meno incuteva timore.

Forse questo era il caso di Giovanni il Battista, i cui tratti austeri e la parola infuocata scuotevano e intimidivano. La gente semplice coglie in Gesù il tratto fondamentale della bontà.

Il Maestro geniale, il taumaturgo che risuscita a morti, placava le acque del mare, moltiplicava i pani e i pesci, l’esorcista potente che con un solo comando cacciava i demoni, appariva soprattutto come una persona buona.

Dire di una persona che è buona, può sembrare un complimento da poco all’orgoglio umano. Un notabile forse preferirebbe qualche altra espressione più qualificante. Eppure l’irradiazione della bontà è uno degli aspetti fondamentali dell’umanità di Gesù.

“Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” lo interroga un tale.  Gesù non rifiuta affatto il riconoscimento  della sua bontà, ma ne indica la radice profonda: “ Gesù gli rispose: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo” (Lc 18, 18- 19).

La bontà che irradia dalla persona di Gesù  è la stessa bontà di Dio. In questo senso nessun uomo è buono. In tutti, anche nei santi, vi è il tarlo del male. La bontà è una conquista quotidiana che esige la trasformazione del cuore.  Gesù emana bontà, come se ne fosse la fonte originaria.

Vostro Padre Livio