L’ANGOLO DEL DIRETTORE

Con Gesù e Maria sulla via della salvezza 

Salvo nel caso di illuminazioni folgoranti, la conversione è un lungo travaglio interiore. La luce della grazia penetra un po’ alla volta nelle tue oscurità, risvegliando la vita laddove regna la morte. Non è molto diverso dal passaggio dall’inverno alla primavera, quando la terra, prigioniera del gelo invernale, incomincia  a mostrare le prime gemme, che spuntano al tepore del sole.

Questo mirabile miracolo della natura è però ben poca cosa rispetto a ciò che avviene nei cuori. Il fiorire della vita soprannaturale laddove regna la devastazione del peccato è senza paragone il più grande dei prodigi. La resurrezione di un morto è un evento meno significativo della conversione di un peccatore. Sappi, caro amico, che il tuo ritorno alla luce, sotto l’impulso della grazia, è un dono così grande, del quale non avresti potuto desiderarne uno maggiore.

Tu eri un ramo secco, anche se ti illudevi di vivere e di goderti la vita. Fantasticavi sul tuo futuro, ma ciò che ti attendeva era il fuoco nel quale si gettano le cose morte. Ecco che cosa dice colui che, per eccellenza, è la vita, senza la quale nessuno vive: “Chi non rimane in me viene gettato via, come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano” (Gv 15, 6). Il tuo ritorno alla vita è un miracolo della grazia, al quale sei chiamato a cooperare.

Ti sei data la morte da solo, facendo un cattivo uso della libertà, che Dio ti aveva dato per compiere il bene. Ora è Dio che, nella sua infinita misericordia, ti ridona la vita. Lo potrebbe fare in un istante, perché a colui che ti ha chiamato all’essere dal nulla, non fa certo difetto la potenza. Invece agisce con dolcezza e pazienza, come la madre che insegna al bambino a camminare.

Vostro Padre Livio