L’ANGOLO DEL DIRETTORE

In cammino verso Betlemme

L’invocazione della creatura che chiama in suo soccorso il Creatore è forse la preghiera più antica, che rimbomba fin dagli albori della storia e il cui eco non si spegnerà mai. La Sacra Scrittura trabocca di queste invocazioni che escono dai cuori straziati dei esuli figli di Eva. “O Dio vieni a Salvarmi”, “Signore vieni presto in mio aiuto” è la supplica quotidiana  della Chiesa in preghiera. “Signore salvaci!” è il grido che attraversa i Salmi. Anche gli apostoli, che temono di affondare da un momento all’altro, lo fanno proprio: “ Signore salvaci, siamo perduti”.

Come vedi, c’è una preghiera che nasce spontaneamente dalla vita e che non ha bisogno di apprendistato. Anche tu, nella tua infermità, non esitare a gridare al Cielo. Mostra al Creatore il male che ti affligge, l’angoscia che ti opprime, il peso che ti schiaccia. Grida come un bambino che nel pericolo chiama la madre. Invocalo senza covare risentimenti, perché non Dio ma tu stesso sei la causa del tuo male.

“Dal profondo a te grido, o Signore, Signore ascolta la mia voce. Siamo i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica” (Sal 130). Dio ti ascolta e corre in tuo aiuto. Ti toglie le squame dagli occhi, perché tu veda; ti cura le ferite, perchè tu riprenda forza; ti prende per mano perché tu ti alzi e riprenda a camminare, non più da solo, ma con Lui.

Vostro Padre Livio