L’ANGOLO DEL DIRETTORE

"La vostra anima è la cosa più preziosa che veramente vi appartiene" (Dal messaggio della Regina della pace a Mirjana di Medjugorje - 2 Novembre 2019)

Cari amici, per quanto sia vero che Dio ci ha creati per la gioia senza fine del paradiso e che offra a ognuno la grazia necessaria per salvarsi, rimane però aperta  la possibilità della perdizione eterna. In particolare le parole di Gesù sono di una chiarezza e di una serietà impressionanti. Dalla sua bocca esce per la prima volta la rivelazione riguardo al “fuoco eterno” nel quale non ci sono soltanto gli angeli ribelli, ma anche gli uomini. Gesù parla ripetutamente della “Geenna”, del “fuoco inestinguibile” (cfr Mt 5,22-29; 13, 42-50; Mc 9, 43-48), che è riservato a chi, sino alla fine della vita, rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l’anima come il corpo (cfr Mt 10,28).

Gesù annunzia con parole severe: “Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli i quali raccoglieranno… tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente” (Mt 13,41-42). Ed egli pronunzierà la condanna: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno” (Mt 25,41) (Catechismo C.C. 1034). E’ significativo che il Magistero della Chiesa abbia avvertito la necessità di ribadire le parole di Gesù nel modo più solenne, sia nei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II, come nel  nuovo Catechismo.
“La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell’inferno, “il fuoco eterno”. La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira” (Catechismo C.C. 1035). Mettere in discussione la parola di Cristo e l’insegnamento della Chiesa su un punto così delicato è senza dubbio un atteggiamento pericoloso per la propria salvezza.

Vostro Padre Livio