L’ANGOLO DEL DIRETTORE

"La vostra anima è la cosa più preziosa che veramente vi appartiene" (Dal messaggio della Regina della pace a Mirjana di Medjugorje - 2 Novembre 2019)

Cari amici, contrariamente a quanto si possa pensare, non è la paura dell’inferno che mantiene il cristiano sulla retta via fra le tentazioni e le persecuzioni della vita. Il timore della perdizione eterna è una forza debole, che satana spazza via con facilità. Essa è utile all’inizio della conversione, ma poi non è più sufficiente per andare avanti. Al contrario l’amore di Dio è la forza che permette di compiere le più ardue imprese. Più l’amore di Dio cresce e più l’anima si strugge di unirsi a lui.

Una delle componenti fondamentali della vita monastica, che ne ha permesso la straordinaria fioritura, non è stato tanto la “fuga mundi” (la fuga dal mondo) quanto il desiderio di anticipare nel monastero l’esperienza del paradiso. I monaci medioevali erano soliti fare “l’esercizio di Gerusalemme”, col quale fissavano lo sguardo sulla città santa, la sposa dell’Agnello, e coltivavano la virtù della speranza.

Mentre S. Teresa d’Avila colloca il desiderio del cielo nella penultima tappa della vita mistica ( fidanzamento dell’anima con Cristo), S. Giovanni della Croce più propriamente localizza i gradi supremi del desiderio nell’ultimo stadio della vita spirituale (matrimonio mistico).

Il desiderio del cielo è dunque un sintomo di ottima salute spirituale. Coltivarlo, in modo tale che non sia l’effetto di frustrazioni, ma di amore soprannaturale, costituisce un mezzo straordinariamente efficace per avanzare sul cammino di santità.

Vostro Padre Livio