L’ANGOLO DEL DIRETTORE

Cari amici,
recitando l’atto di fede la Chiesa ci fa ripetere questa bellissima professione di fede, che oggi purtroppo molti hanno dimenticato o riposto nella cassapanca dei vecchi arnesi: “Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna.”Nei suoi messaggi più recenti la Regina della pace ha fatto più volte squillare l’allarme per l’offuscamento sempre più diffuso della divinità di suo Figlio, manifestando il suo dolore con accenti drammatici: “Il Mio Cuore materno soffre mentre guardo i miei figli che non amano la verità, che la nascondono…Sono addolorata mentre dico a mio Figlio che molti miei figli non hanno più la fede, che non conoscono Lui, mio Figlio” (2 Novembre 2018). L’incredulità di tanti suoi figli sfugge ai nostri occhi, ma non a quelli della Madre che li guarda sgomenta.

Nel suo ultimo messaggio in particolare la Madonna fa riferimento a un’espressione di grande importanza dell’Atto di fede, precisando che la vita eterna che ci aspetta è secondo i nostri meriti ( 25 Maggio 2019). Oggi infatti o non si crede nell’eternità oppure si pretende che tutti si salvino. L’unica prospettiva accettabile, nel caso ci sia un aldilà, sarebbe il paradiso, dove tutti arriverebbero prescindendo dai loro meriti. Questo insegnamento è contrario al vangelo e all’insegnamento costante del Magistero.

Per salvarsi sono necessari, oltre alla fede, la conversione e il pentimento dei peccati. Lasciar intendere che tutti si salvano, compresi quelli che muoiono in stato di peccato mortale, significa sviare le anime e spingerle sulla via della rovina. “Morire in peccato mortale,senza essersene pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola inferno”. (Catechismo Chiesa Cattolica 1033).

Padre Livio