L’ANGOLO DEL DIRETTORE

“Non c’è più tempo per esitare ad inginocchiarvi dinanzi a mio Figlio, a riconoscerlo come Dio” (Dal messaggio della Regina della pace a Mirjana di Medjugorje - 2 Settembre 2019)

Cari amici, Gesù non interroga gli apostoli sulla loro fede in Dio, ma sulla fede nella sua divinità.  Essi erano dei credenti in Dio. Chi potrebbe dubitarne? Il Cristianesimo dà per presupposta la fede in Dio, anzi la coltiva, ma in modo tale che non divenga una chiusura alla rivelazione del suo mistero. Gesù ha chiamato gli apostoli e li ha trattenuti vicino a sé, concedendo loro di condividere la sua vita, per condurli lungo un itinerario che andava ben oltre la loro fede tradizionale. L’obbiettivo del Maestro non era tanto quello di insegnare loro una nuova dottrina, quanto di svelare agli occhi della loro mente il mistero abissale della sua persona.

Non è un caso che il rimprovero più ricorrente di Gesù nei loro confronti era quello di essere “uomini di poca fede”. Forse non credevano in Dio? Certo che ci credevano! Il rimprovero di Gesù, prima e dopo la sua resurrezione, riguarda la loro incertezza nel camminare su un terreno completamente nuovo, che era quello della fede nel “Figlio del Dio vivente”.

Quando nei vangeli si parla di fede, l’occhio è rivolto alla persona di Gesù. La fede nella sua parola e nei suoi miracoli conducono necessariamente alla sua persona. In questo senso il momento culminante della formazione degli apostoli da parte del Maestro è la professione di Pietro a Cesarea di Filippo.  Gesù pone la domanda che gli sta a cuore e che costituisce il centro focale del vangelo: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” (Matteo, 16,13). E’ la domanda chiave della nuova fede cristiana.

Gesù non interroga i suoi apostoli sulla loro fede in Dio  o sul loro zelo nel mettere in pratica la legge.  L’interrogativo va diritto al mistero della sua persona. “La gente”, ossia coloro che non hanno avuto la grazia della fede, giudica Gesù allo stesso modo di molti nostri contemporanei: un profeta, da affiancare ai più grandi di Israele, come Giovanni il Battista, Elia, Geremia. Oggi lo si colloca nella galleria dei fondatori delle varie religioni. Si tratterebbe comunque di un uomo, benché la sua testimonianza sia ben diversa.

Il Maestro tuttavia incalza e si rivolge direttamente agli apostoli per sapere se essi sono entrati nella luce della rivelazione evangelica. “Voi chi dite che io sia?”, chiede loro. Questo è l’interrogativo cristiano fondamentale. Da questa risposta dipende se una persona ha fatto il passo decisivo. Questa è la domanda che ogni cristiano dovrebbe porre a se stesso, per verificare lo stato della sua fede.  La risposta di Pietro è quella che fonda il Cristianesimo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Vostro Padre Livio