L’ANGOLO DEL DIRETTORE

“Non c’è tempo per esitare  ad inginocchiarvi dinanzi a mio Figlio, a riconoscerlo come Dio” (Dal messaggio della Regina della pace a Mirjana di Medjugorje - 2 Settembre 2019)

Cari amici, vi è un aspetto singolare riguardante la persona di Gesù che non può non colpire anche un non credente. Fra tutti gli uomini che sono passati su questa terra nessuno è più amato, ma nel medesimo tempo più odiato.  Aveva ben profetizzato di lui il vecchio Simeone, quando disse: “Egli è qui per la rovina e per la resurrezione di molti, segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori”
(Luca, 2,34).

Chi considera i tre anni di vita apostolica di Gesù, rimane impressionato per la carica di odio che si è riversata su di lui. Eppure in lui risplendeva la bontà, la sapienza e la bellezza. O fu proprio per questo? Non fu infatti l’angelo ribelle invidioso di Dio? Gli uomini, che hanno dentro di sé quel veleno mortale, non tollerano che un uomo sia Dio. Gesù lo ha affermato di se stesso, perciò ci sarà chi lo amerà, ma anche chi lo odierà in eterno.

L’umanità invano cerca di evitare il dilemma. In realtà molti hanno già fatto la loro scelta, ridimensionando Gesù e collocandolo fra i maestri inquieti di un passato superato.  Ma la presenza di cristiani veri, che vivono di lui e per lui, è un ostacolo non difficilmente superabile. “Ancora per quanto avremo a che fare con questo ebreo appeso a una croce? ” sussurrano non pochi che sperano impazienti in una “soluzione finale”. E’ un mormorio che cresce e che prima o poi finirà per esplodere.

Tuttavia, sia pure per  esecrarlo e per crocifiggerlo di nuovo, non vi è dubbio che è nei suoi confronti che gli uomini, oggi più che mai, dovranno fare le loro scelte. Non sospettano neppure, stolti e ciechi qual sono, che quando crederanno di averlo finalmente eliminato, se lo troveranno davanti col suo aspetto terribile di Giudice del mondo.

Vostro Padre Livio