⭐️MEDJUGORJE ⭐️SONO CENTINAIA LE GUARIGIONI IMROVVISE SEGNALATE ALLA PARROCCHIA DI MEDJUGORJE DALL’INIZIO AD OGGI

QUI LA TESTIMONIANZA DI UNA GIOVANE SPOSA E MAMMA

“Ho 37 anni e convivo con la Sclerosi Multipla ormai da anni. È una malattia neurologica che non dà spazio al compromesso: bisogna vivere giorno per giorno senza fare troppi programmi perché purtroppo non ti dà avvisaglie, non ti prepara lentamente alle ricadute. Arrivano e basta. L’unica cosa che puoi fare è seguire le indicazioni del medico, risparmiare le forze senza strapazzarti, prendere le medicine. E pregare. Pregare tanto. Pregare alla sera per ringraziare Dio di aver portato a termine i piccoli progetti della giornata e chiedere che anche l’indomani sia lo stesso.
Da quando mi sono ammalata ho chiesto sempre e solo questo: Maria, aiutami a portare la croce ogni giorno, a sopportare la fatica e fa’ che non peggiori. Per me, per la mia famiglie a i miei cari, fa’ che la sofferenza sia solo mia e non ricada sugli altri. Posso sopportare la preoccupazione e la paura, se tu sei con me.
Da sempre prego la Madonna affinché interceda per me, difficilmente mi rivolgo al Signore. Come se non volessi disturbarlo, non mi sento abbastanza degna di “parlare” direttamente con lui. Allora parlo con Lei, chiedo a Lei che interceda, che mi conforti, che mi ascolti…come una mamma.
Dopo una risonanza di controllo, con esito molto preoccupante, sono stata a Medjugorje per la prima volta. Con mia mamma. Ho voluto andare con lei, che tanto soffriva per la mia salute e aveva bisogno del conforto della Madre delle madri.
Volevo affidare alla Madonna la mia salute, mettermi nelle sue mani e chiedere che non mi aggravassi.
Una volta lì ho potuto sperimentare quello che tanti pellegrini raccontano: la pace, la preghiera, il silenzio. Sul Podbrdo ho pianto tanto, non sono riuscita nemmeno a pregare. Ho solamente pianto, uno di quei pianti liberatori che si fanno abbracciati alla propria mamma, che sa cosa esattamente cosa ti passa per la mente e il peso che hai nel cuore. Ho consegnato tutto a Lei. Ho lasciato su quel monte tutte le mie preoccupazioni e paure. Ho sentito forte la sua vicinanza e se vivo questa malattia in modo sereno (che non vuol dire rassegnato) è solo perché so che Lei è con me.
Al ritorno, dopo qualche mese, ho dovuto fare un’altra risonanza, per capire se quella placca attiva che avevo alla testa necessitava di un cambio di terapia. La placca era sparita, riassorbita, scomparsa. La neurologa era incredula, continuava a confrontare le immagini e non capiva come potesse essere successo. Io lo sapevo, eccome se lo sapevo.
Ringrazierò per sempre la Madonna per questo dono e per avermi dato la grazia di diventare mamma di un bellissimo bambino, che ho scoperto di aspettare dopo il secondo pellegrinaggio. Ero andata a Medjugorje sconfortata e triste, con l’intento di mettere nelle sue mani lo sconforto per il figlio che non arrivava e che desideravo da anni. Lì ho sentito nuovamente la pace, che solo l’affidamento totale può dare. Il mio bambino è nato esattamente nove mesi dopo il ritorno dal pellegrinaggio.
E per lui abbiamo scelto un secondo nome che è tutto un programma di vita: Cristiano!