Viaggio nell’aldilà col corpo – 01/11/2021

Tratto da: Roberta racconta

VIAGGIO NELL’ALDILÀ COL CORPO

Padre Livio Fanzaga, “Perché credo a Medjugorje”

Nella catechesi della Regina della pace la vita umana è presentata come un cammino verso l’eternità. L’appello alla conversione e l’invito a intraprendere la via della santità sono per condurci al cielo dove c’è la gioia che non ha fine. In nessun’altra apparizione la Madre di Dio aveva esposto con tanta grandiosa chiarezza il piano della redenzione e il significato della vita umana. Il riferimento costante all’eternità è essenziale alla fede cristiana e senza di esso il cristianesimo verrebbe radicalmente falsato.

La Madonna riprende nella sua globalità il messaggio evangelico, ribadendo con forza alla nostra generazione che una sola cosa è necessaria: la salvezza eterna dell’anima. «Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero — si chiede Gesù — se poi perde la sua anima? O che cosa darà l’uomo in cambio della sua anima?» (Matteo16,26).

Tuttavia è così grande oggi lo scetticismo su ciò che ci attende dopo la morte ed è così latitante la catechesi su questi argomenti che la Madonna ha compiuto un gesto che mai si era verificato nelle esperienze mistiche precedenti. Ha preso due dei veggenti e li ha portati col corpo nell’aldilà per visitare con lei il paradiso, l’inferno e il purgatorio. A mia conoscenza un fenomeno del genere è unico nell’intera storia della fede cristiana. Sottovalutarlo sarebbe un segno di superficialità.

Chi, come me, ha ascoltato più volte lungo il corso degli anni i due ragazzi, Vicka e Jakov, raccontare questa esperienza, sa che si tratta di una testimonianza di impressionante serietà, che inutilmente cercheremmo di sminuire o, peggio ancora, di squalificare con un sorriso di incredulità.

Fin dal primo anno delle apparizioni, proprio nel mese di novembre, la Madonna aveva mostrato ad alcuni dei sei veggenti (Vicka, Marija e Jakov) il paradiso, il purgatorio e l’inferno [Ivan era in seminario, Mirjana e Ivanka hanno chiesto di non vedere l’inferno]. È interessante notare che a Medjugorje vi è la presentazione completa della situazione delle anime nell’aldilà, mentre a Fatima, come è noto, la Madonna aveva mostrato ai tre bambini soltanto l’inferno.

Diversamente da Fatima, però, la Madonna non si è accontentata di mostrare in visione, durante l’apparizione, l’aldilà nella sua realtà di gioia, di dolore e di orrore. Alcune settimane dopo ha condotto fisicamente Vicka e Jakov a vedere di persona il paradiso, il purgatorio e l’inferno. Dopo questa visita i due ragazzi si sono ritrovati qui sulla terra, e precisamente nella casa di Jakov, da dove la Madonna li aveva presi tenendoli per mano, un po’ frastornati, ma ben consapevoli di ciò che avevano visto e udito. Anche Ivan dichiara di essere stato portato in paradiso col suo corpo. La sua testimonianza è assolutamente credibile, ma non così inoppugnabile e solida come quella di due persone che vi sono state insieme.

Non è ora il caso di riferire in tutti i particolari la descrizione dell’aldilà, così come i ragazzi protagonisti di questa incredibile esperienza la riferiscono. Sappiamo che Dio per darci i suoi insegnamenti si adatta al nostro modo di pensare e di capire. Mi pare importante cercare di cogliere l’essenziale, che corrisponde esattamente a quanto la Chiesa insegna al riguardo.

Il paradiso è uno spazio di infinita luce e di indescrivibile felicità. Vicka e Jakov hanno notato che le persone sono perfette anche nelle loro fattezze esteriori. In questo modo la Madonna ha voluto far comprendere che un giorno le anime riavranno i loro corpi con quella perfezione che è quella di Cristo risorto. Mostrando i beati del paradiso la Madonna ha detto: «Guardate come sono ricolme di felicità le persone che si trovano qui».

Il purgatorio è il luogo della sofferenza. Vicka e Jakov affermano di non aver visto nessuna persona, ma come una fitta nebbia, all’interno della quale si sentivano delle grida e dei pianti. Riguardo alle anime che si trovano in purgatorio la Madonna ha raccomandato di pregare per loro perché possano andare quanto prima in paradiso.

L’inferno è apparso loro come un immenso spazio con al centro un grande fuoco. Vicka, se richiesta, non nasconde di aver provato un orrore e una paura tali che non avrebbe potuto resistere al terrificante spettacolo se non ci fosse stata vicina la Madonna. I due ragazzi affermano che vedevano le persone cadere nel fuoco e poi uscirne fuori con le fattezze di orribili e sconosciuti animali. La Madonna ha detto che dall’inferno non si può più uscire e che vi si trovano quelle persone che qui sulla terra sono contro Dio e contro la sua volontà. Avendo seguito satana durante questa vita, dopo la morte vanno con lui.

È credibile questa straordinaria testimonianza? La prima osservazione da fare è che i ragazzi riferiscono la realtà del paradiso, del purgatorio e dell’inferno con una precisione teologica assoluta. Il linguaggio, le immagini e i simboli tipici della tradizione popolare non devono far perdere di vista l’essenza del messaggio. Il paradiso viene presentato come una condizione di gioia piena e definitiva in Dio; il purgatorio come una condizione di temporanea purificazione che può essere abbreviata dalla nostra preghiera; l’inferno come una condizione di perdizione eterna di Dio, dove i demoni e le anime impenitenti bruciano nel fuoco della ribellione e dell’odio inestinguibile.

Vorrei aggiungere che non è facile dare davanti alla gente una testimonianza di questo genere. Non è certo un caso che oggi anche nelle chiese si parli poco dell’aldilà. Forse manca la fede, certamente manca il coraggio. Non sono molti nella Chiesa che parlano dell’inferno così come ne ha parlato Gesù Cristo e gli apostoli. I ragazzi di Medjugorje non si sottraggono mai al dovere della testimonianza.

Ho sentito Vicka centinaia di volte lungo il corso di molti anni raccontare la sua esperienza davanti a pellegrini provenienti da ogni parte della terra. Lo fa sempre con precisione, con fermezza e con lealtà. Non ha nessun timore dei sorrisi di incredulità o di commiserazione. Adempie un compito che la Madonna le ha affidato. Mi ha molto colpito con quale sicurezza Jakov ha dato la sua testimonianza sul suo viaggio nell’aldilà in occasione di un grande raduno al Palasport di Milano, alla presenza di circa quindicimila persone. Gli stavo accanto, facendogli da interprete. La sua testimonianza coincideva perfettamente con quella di Vicka. Uguali poi erano la fedeltà al compito ricevuto e la perfezione nel compierlo. La Madonna ha voluto attraverso questi ragazzi richiamare la Chiesa all’urgenza della predicazione sulle realtà ultime che attendono la vita umana.