Le differenze più importanti rispetto ai vaccini già in circolazione? Non ci sarebbe bisogno di alcun richiamo e le fiale si conservano in un normale frigorifero: “Il picco di produzione che si osserva a quattro settimane rimane costante”, spiega Ippolito. “Questo è un punto fondamentale, perché significa che il vaccino Reithera è nato per poter essere usato in emergenza anche con una sola dose. Ha dimostrato capacità di indurre una produzione di anticorpi in una quota estremamente elevata, oltre il 90 per cento con una singola dose a 28 giorni, di avere un’attivazione massiva della risposta delle cellule T e soprattutto di essere estremamente ben tollerato”.
Reithera avrà bisogno di circa altri sei mesi per portare a termine le fasi due e tre di sperimentazione. Poi dovrebbe garantire una produzione di 100 milioni di dosi all’anno. “La tempistica prevede la sottomissione nei prossimi 15 giorni alle agenzie regolatorie del protocollo. E poi dipende da come andrà”, chiude il direttore scientifico dello Spallanzani. “Se tutto funziona, potremo essere pronti a partire in estate. Non sembra inoltre che ci sia un rischio di resistenza da parte delle varianti: il virus muta regolarmente, già circolano una trentina di mutazioni diverse del virus che si diffondono per sopravvivere. E gli eventi avversi del vaccino Reithera sono estremamente limitati, soprattutto se comparati agli altri già registrati dalle agenzie regolatorie”.